Revista de Ciencias Humanas y Sociales
© 2022. Universidad del Zulia
ISSN 1012-1587/ ISSNe: 2477-9385
Depósito legal pp. 198402ZU45
Portada: S/T. De la serie “RETORNO”
*La obra que se publica es un fragmento del original, y se le ha dado
un giro de 180° por motivos editoriales. Su original va en horizontal
Artista: Rodrigo Pirela
Medidas: 40 x 70 cm
Técnica: Mixta sobre tela
Año: 2009
Año 38, Especial No. 30 (2022): 77-111
ISSN 1012-1587/ISSNe: 2477-9385
DOI: https://doi.org/10.5281/zenodo.7527528
Recibido: 27-04-2022 Aceptado: 14-06-2022
L’arte della parola tra narrazione e lettura durante la
pandemia
Donella Giuliani
Università degli studi dell’Aquila, Italy
ORCID: 0000-0002-6300-9534
donella.giuliani@univaq.com
Riassunto
Dal 2020 abbiamo sperimentato tempi difficili, che ci hanno colto
di sorpresa. Come tutte le crisi e tragedie che hanno colpito il genere
umano, anche questa richiedeva risposte, e alla fine abbiamo dovuto
trovarle, facendo il meglio che potevamo, come guerrieri moderni in
tempo di pace. L'arte, la bellezza e specialmente la letteratura, sono
venute in aiuto. La letteratura è stata in grado di provare il suo valore
anche nel nuovo millennio? Può ancora parlare ai cuori dei nostri giovani?
Una risposta può essere fornita dallo sguardo dei giovani lettori.
Parole chiave: arte; bellezza; letteratura; narrazione; lettura
The art of the word between storytelling and reading
during the pandemic
Abstract
Since 2020 we experienced hard times, that caught us by surprise.
As all the crisis and tragedies that stroke mankind, this one required
answer too, and we eventually had to find them, doing the best we could,
as modern warriors in times of peace. Art, beauty, and especially
literature, came in helphas literature been able to prove its value in the
new millennium too? Can it still talk to the hearts of our youngsters? An
answer can be provided by the gaze of young readers.
Keywords: art; beauty; literature; storytelling; reading
78
Donella Giuliani
Opción, Año 38, Especial No.30 (2022): 77-111
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
…questo è la scrittura: un segno che chiama il pensiero.
E la lettura è il pensiero che risponde.
Roberto Piumini
1. INTRODUZIONE
Arte, questa parola di fortuna sempre presente nelle nostre vite,
così necessaria, così pericolosamente fragile e al contempo così
straordinariamente tenace, capace di resistere in condizioni estreme,
perseguitata (quante volte nei secoli e non solo in quelli che definiamo
“bui”), rifiutata, distrutta, per ignoranza o per eliminare uno scomodo
testimone, l’arte che fa paura, che non si capisce, definita astratto gioco
per intellettuali senza campo e senza costrutto.
Con l’arte non si mangia!
L’arte salvata a morsi e fatica da catastrofi e ingiurie di ogni genere
dai tanti che hanno cercato, spesso senza clamore, in silenzio, di renderle
servizio. Penso agli “angeli del fango” del '66 fiorentino, ad esempio, ai
tanti che sottrassero i libri dai roghi di ogni epoca, a tutti i restauratori, a
chi recupera le opere d’arte rubate...E potremmo a lungo continuare.
L’arte amata senza bisogno di possederla, tramandata attraverso i
secoli e incontrata fresca e nuova nella contemporaneità, l’arte che è
sigillo e orgoglio di ogni nazione, perché così come esiste il singolo
individuo ateo ma non un popolo, non c’è gruppo umano senza una sua
forma artistica. L’arte come ponte tra l’uno e i molti, che ti mette in
connessione con gli altri al di dei social, innescando emozioni comuni
che ti sorprendono, arte come porta d’accesso al tuo io più profondo e
nascosto che può uscire in passeggiata nel mondo. Due momenti
paradigmatici per sottolineare tutto ciò. Guerra dei Balcani, anni novanta,
non è così lontana dall’Europa nel tempo nello spazio. Sarajevo,
quasi quattro anni di assedio, dal '92 al '96. È il 19 giugno del 1994
quando l’Orchestra filarmonica della città, diretta da Zubin Mehta, esegue
il Requiem di Mozart tra le rovine.
Chi c’era porterà quei momenti per sempre impressi nel cuore.
La musica, quella musica, a salvaguardia della parte umana di noi,
nonostante tutto.
Nel 2014, vent’anni dopo, Sarajevo sarà capitale europea della
cultura.
L’arte della parola tra narrazione e lettura durante la pandemia
79
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
Siamo nella Confederazione Elvetica, a Zurigo, dove lo
Schauspielhaus
1
, il teatro della città, mette in scena a maggio del '40 il
Faust di Goethe
2
. Gli attori fungono anche da tecnici e scenografi, dietro
le quinte i loro zaini sono pronti per la fuga in qualsiasi momento. Si
tratta perlopiù di comunisti ed ebrei rifugiati in Svizzera dalla Germania.
L’opera, che per i tedeschi rappresentava motivo d’orgoglio e di conferma
della bontà della loro azione, viene interpretata qui come atto di
resistenza politica. Lo Schauspielhaus rappresenterà una luce di civiltà e
cultura in anni di tenebra feroce, quando l’umanità temette di essere
perduta per sempre.
A conclusione di questa brevissima premessa non possiamo non
citare, anche se soltanto “di volo”, le parole del poeta, romanziere,
studioso cinese François CHENG
3
, residente in Francia dal 1949 e
considerato il più autorevole mediatore culturale tra la Cina e L’Europa.
Il suo pensiero è fondamentale per chiunque desideri trovare un
punto d’unione e di equilibrio tra Occidente e Oriente. Nelle “Cinque
meditazioni sulla bellezza” lo studioso ci invita ad accompagnarlo in un
viaggio di riflessioni sulla bellezza, appunto, a partire dall’enigma relativo
all’universo, che “non è tenuto ad essere bello, però lo è” (CHENG, 2007
p. 7).
CHENG (2007, p. 48) continua: “Bisogna che gli esseri umani
facciano qualcosa di questa bellezza che la Natura offre loro. Non ci
vuole molto perché scopra quella cosa magica che è l’arte.” E ancora: “Lo
sguardo trasfigurato di Monna Lisa ci rivela come una bellezza
autenticamente incarnata non è mai la bellezza di una mera figura. Essa è
trasfigurazione, in virtù della grazia dell’incontro, di una luce interiore e di
un’altra luce che è data da sempre, ma infinitamente oscurata. E il
termine “trasfigurazione è qui da intendere nel senso di ciò che si
trasforma dall’interno e al tempo stesso come ciò che traspare nello
spazio tra finito e infinito, tra visibile e invisibile”.
1
Lo Schauspielhaus si trova a Zurigo ed è uno dei più importanti teatri germanofoni. Contiene
750 posti. Dal 1933 in poi, vi recitarono soprattutto esuli che non potevano più farlo in
Germania. Con il suo programma, il teatro diventò un rifugio antifascista.
2
Dramma in versi di Johann Wolfgang von Goethe, pubblicato nel 1808, ispirato alla figura del
Dottor Faust della tradizione letteraria europea.
3
Studioso definito come colui che “comprende le unità”. Dal 2008 è membro del comitato
d'onore della Fondation Chirac, creato per agire in favore della pace nel mondo.
80
Donella Giuliani
Opción, Año 38, Especial No.30 (2022): 77-111
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
Ci ricorda poi l’invito di Hölderlin
4
ad “abitare poeticamente la
terra”.
Per l’artista tedesco infatti è grazie al potere insito nel linguaggio
poetico che l’uomo potrà attendere al compito che la bellezza gli ha
affidato.
E allora non possiamo non evocare i “paradigmi di bellezza”
5
calviniani che “continuano a operare anche se del libro letto in gioventù
ci si ricorda poco o nulla.”
L’arte, in fondo, con qualsiasi linguaggio si esprima, ti mostra le
radici e ti invita a spalancare le ali, perché siamo della stessa sostanza degli
alberi e degli uccelli.
2. LA LETTERATURA: ARTE DELLE PAROLE, LE PAROLE
DELL’ARTE
Tra le tante forme d’arte che abitano il mondo e ci aiutano a
decifrarne i segni, la letteratura ha la parola come mezzo per esprimersi. Il
pittore usa il colore, il musicista le note, lo scultore il marmo o altri
materiali, lo scrittore deve colorare, far suonare la sua opera e darle corpo
vero affidandosi alle parole, al loro uso sapiente, originale, creativo.
Curiosamente, spesso si dice e si scrive: Arte e letteratura”,
“artisti e scrittori”, come se scrivere romanzi o poesie in fondo non
c’entrasse con l’arte, fosse un’altra faccenda.
E se ci chiediamo perché, potremmo pensare che, forse, tutto
deriva dal fatto che la scrittura affonda le sue radici nella narrazione,
quando agli inizi del mondo, scoperto il fuoco e raccolti in cerchio
attorno ad esso, piccolo baluardo luminoso e caldo, quegli esseri di vita
nuova (non più animali e non ancora umani) sentirono forte il bisogno di
stare uniti e difendersi, ma per questo non bastavano né il fuoco la
vicinanza fisica, occorreva trovare un modo per sapere di esistere, per
4
F. Hölderlin è stato un poeta tedesco, nato a Lauffen sul Neckar il 20 marzo 1770, morto a
Tubinga il 7 giugno 1843 ed è considerato uno dei più grandi poeti romantici che la Germania
abbia avuto fra Goethe e Nietzsche. Amico di Schelling ed Hegel, fu grande amante della
bellezza, attitudine che nasceva dalla sua educazione musicale.
5
Calvino in “Perché leggere i classici afferma che le letture giovanili possono essere poco
proficue per impazienza, distrazione e inesperienza. Possono essere formative però perché
danno forma alle esperienze future, schemi di classificazione, scale di valori, paradigmi di
bellezza che continuano ad operare nel soggetto anche se questi ricorda poco o nulla.
L’arte della parola tra narrazione e lettura durante la pandemia
81
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
essere certi che fosse così anche per gli altri, e si sentiva inoltre l’urgenza
di non perdere quella vaga vertigine di volo tra i rami: veramente siamo
scesi da lì?
Raccontarlo, tramandarlo a quelli venuti dopo fu l’unica possibilità,
l’unica certezza: il mondo non esiste se non è narrato.
È proprio questo il primo aspetto che cogliamo nelle favole, nei
miti, nelle fiabe, nelle raccolte di novelle, nei romanzi. La nostra vita, in
fondo, è una narrazione continua. La psicologia ce lo dice chiaramente: io
ho consapevolezza di me perché mi racconto, in primis a me stesso e poi
agli altri.
Naturalmente con tutte le forme d’arte posso farlo, ma la parola è
il flusso continuo che dentro la mente lavora incessantemente e
sostanza al pensiero. A questo proposito dobbiamo citare una piccola
“gemma” scritta da Maria Luisa ALTIERI BIAGI intitolata
semplicemente Parola
6
(2012), poco più di cento pagine di elogio della
parola, appunto, a cura di una delle più grandi e illuminate linguiste
italiane. Calvino e Galileo dominano in questo breve saggio, nel pensiero
e nelle citazioni.
Lasciamo dunque a questi due grandi la parola, riconoscenti alla
Biagi per averli portati in figura per noi. In Lezioni americane (1988, p. 76)
CALVINO afferma: “La parola collega la traccia visibile alla cosa
invisibile, alla cosa assente, alla cosa desiderata o temuta come un fragile
ponte di fortuna gettato nel vuoto. Per questo il giusto uso del linguaggio
per me è quello che permette di avvicinarsi alle cose (presenti o assenti)
con discrezione e attenzione e cautela, col rispetto di ciò che le cose
(presenti o assenti) comunicano senza parole.”
Che dire? L’immagine di quel fragile ponte gettato nel vuoto
costruito al momento del bisogno svela più di molte altre dissertazioni
l’essenza dell’arte dello scrivere.
La BIAGI sostiene che tutti gli uomini usano la parola, a diversi
livelli di abilità e di consapevolezza, ma quelli più capaci di utilizzarne il
potere sono gli scrittori, i poeti.
7
6
Saggio in cui l’autrice esplora la parola in tre dimensioni: quella cognitiva come condizione e
indispensabile supporto del pensiero, quella temporale (storica) come testimone di eventi con cui
ha avuto rapporto e quella sociale (comunicativa) che integra quella storica.
7
Le parole vivono nella nostra mente e quindi è preferibile pensare prima di usarle come
soggetti pensanti.
82
Donella Giuliani
Opción, Año 38, Especial No.30 (2022): 77-111
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
Virginia WOLF, altra scrittrice evocata dall’autrice del saggio, ci
ricorda il potere della parola, se scriviamo ad esempio “merluzzo e
salsicce” ne diventiamo in qualche modo padroni.
8
Ribadiamo, semmai ce ne fosse la necessità, il concetto; affidiamo
questo compito a Galileo Galilei, che la Biagi ci presenta non solo nella
sua veste di scienziato, ma in quella di modello letterario.
Già CALVINO affermava che tra scienza e letteratura non vi è
frattura, al contrario, esiste un solido legame: “Ma se la natura non basta a
rassicurarmi che non sto solo inseguendo dei sogni, cerco nella scienza
alimento per le mie visioni in cui ogni pesantezza viene dissolta [...] È
legittimo estrapolare dal discorso delle scienze un’immagine del mondo
che corrisponda ai miei desideri? Se l’operazione che sto tentando mi
attrae, è perc sento che essa potrebbe riannodarsi a un filo molto
antico nella storia della poesia” (BIAGI, 2012).
A GALILEO dunque la linguista affida la chiusa del suo saggio
(Biagi, 2012, p. 109): “Ma sopra tutte le invenzioni stupende, qual
eminenza di mente fu quella di colui che s’immaginò di trovar modo di
comunicare i suoi più reconditi pensieri a qualsivoglia altra persona,
benché distante per lunghissimo intervallo di luogo e di tempo? Parlare
con quelli che son nell’Indie, parlare a quelli che non sono ancora nati, né
saranno se non di qua a mille e dieci mila anni? E con qual facilità? Con i
vari accozzamenti di venti caratteruzzi sopra una carta.
Davvero il potere della parola è immenso e non conosce limiti di
tempo e provenienza.
Potremmo quindi allineare il nostro sguardo a quello di Edda
DUCCI
9
che vede la parola come strumento o forse veicolo primario
dell’accensione del potenziale umano. La parola è intesa come mistero ed
anche l’uomo stesso è mistero, sacro e inviolabile.
10
8
La Woolf è stata una scrittrice, saggista e attivista britannica e una grande intellettuale
femminista dei primi del Novecento. Le parole sono suggestione, ricordi, echi. Esse vivono nella
mente, bisogna trovare le parole giuste e metterle nell’ordine giusto. Sono libere e hanno
bisogno di cambiare, sempre.
9
Edda Ducci (1929-2007) è stata docente nelle università di Bari, alla Sapienza e alla LUMSA
(prestigiosa universidi ispirazione cattolica di Roma). La sua attività di educatrice si è svolta
anche nell’ambiente scout e nelle carceri. È stata una delle personalità di spicco del mondo
intellettuale cattolico italiano.
10
Ducci afferma che la parola è la via che porta all'interiorità dell'uomo, sull'orlo della sua
relazionalità che è profonda come un abisso, alla forma fondamentale di ogni vita intima che è la
realtà dell'io- tu. La parola è mistero e mistero è la realtà a cui essa consente di approdare.
L’arte della parola tra narrazione e lettura durante la pandemia
83
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
Di fronte al potere e alla forza della scrittura, che derivano come
abbiamo visto dalla parola, dalla narrazione, è facile capire perché i libri
abbiano successo soprattutto in momenti di crisi e di chiusura al mondo
come la pandemia che stiamo attraversando. Si scrive, e di conseguenza si
legge, per diversi motivi, e tra essi il desiderio di avventura rappresenta
uno di quelli che più appagano il lettore, in ogni tempo, con un costo
ridotto.
Ce lo ricorda EMILY DICKINSON
11
in una delle sue poesie più
celebri (1955, n. 104),
Non esiste un vascello veloce come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesie che si impenna-
questa traversata
può farla anche il povero
senza oppressione di pedaggio-
tanto è frugale
il carro dell'anima.
3. LETTERATURA E PANDEMIA: UN BINOMIO
INEVITABILE
Come si sa questa non è la prima e non sarà l’ultima epidemia
globale: il mondo non è proprietà esclusiva di nessuna specie animale e
invisibili forme di vita si replicano, da sempre e per sempre senza sosta. I
ripari ai quali affannosamente l’umanità ricorre sono in gran parte sempre
gli stessi: ci isoliamo gli uni dagli altri il più possibile, proteggiamo il
respiro, ciascuno il suo, rafforziamo l’igiene, a tentativo di salvaguardia
nostra e degli altri e un gesto rafforza l’altro in una danza un po’ incerta.
L’arte in genere e la letteratura in particolare, come in parte
abbiamo accennato, in momenti come questi, di solitudine, distanza,
isolamento e incertezza, quando scopri che non tutto è prevedibile e il
11
Per Emily Elizabeth Dickinson, poetessa statunitense, nella raccolta del 1955, il vascello più
veloce è il libro perché non c’è altro al mondo capace di farci viaggiare così velocemente, mentre
leggiamo, in posti lontanissimi.
84
Donella Giuliani
Opción, Año 38, Especial No.30 (2022): 77-111
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
finale non è ancora stato scritto, diventano particolarmente preziose e
necessarie, offrendosi come balsamo, come cura, come diversivo, come
gioco, sono un’occasione da non perdere, rappresentando una risposta
originale che ci connota come umani, dato che appartiene a noi soltanto
la capacità di creare, di narrare. Quando perdi tutto e devi andartene, e sei
fortunato nel poterlo fare, o quando invece sei costretto a chiudere la
porta in faccia al mondo e a fare i conti con te stesso, l’arte e i libri ti
ricordano che sei vivo, che anche altri lo sono, che esiste un contatto, che
la vita continua e non tutto andrà perduto.
Questo vale per le tragedie collettive, ma anche per piccoli o
grandi drammi e momenti difficili individuali. Molti sono quelli che
hanno portato fisicamente con loro prima di tutto un libro, il più amato,
lasciando la casa distrutta per le bombe o per un sisma, abbandonando il
paese allagato, ma anche più semplicemente durante l’ennesimo trasloco,
un viaggio desiderato o temuto, un ricovero ospedaliero. Quel libro,
quell’autore, rappresentano la conferma, la scommessa di potercela fare
conservando noi stessi. Di solito questo ruolo salvifico spetta ai libri che
sappiamo quasi a memoria, che hanno avuto un ruolo speciale nella
nostra vita, ci hanno consolati e hanno contribuito ad aumentare la nostra
forza, ciò che oggi definiamo in psicologia e anche nel linguaggio
spicciolo “empowerment”.
Ognuno di noi ha avuto un autore, un libro, una poesia che lo
hanno aiutato nella crescita o nel superamento delle difficoltà. Nei
personaggi dei romanzi e delle novelle e nelle loro vicende ci
immedesimiamo, ci rispecchiamo nel loro agire, scopriamo parti di noi
che non conoscevamo bene o che non pensavamo di possedere. Perché
questo accada occorre lasciarsi andare, immergersi nel libro che stiamo
leggendo con un atto di fiducia, diremmo quasi di fede, bisogna
abbandonarsi all’onda che ti prende e ti porta in situazioni e luoghi
lontani o molto vicini, proiettandoti dentro e fuori di te in un gioco
profondo e magico il cui senso tocca al lettore decifrare.
I momenti di crisi significano cambiamento, spinta ad uscire dalla
zona di confort, urgenza alla quale trovare una risposta. Proprio questo,
come si sa, muove gli artisti di ogni epoca e in campo letterario sappiamo
quanto sia vero.
Si tratta sempre di un movimento a due voci tra chi scrive e chi
legge e le risposte emozionali che entrano in gioco corrono in diverse
direzioni rispondendo a bisogni relazionali fondamentali per la
L’arte della parola tra narrazione e lettura durante la pandemia
85
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
costruzione e il mantenimento dei legami sociali, del senso di collettività
proprio di ogni gruppo umano. Abbiamo bisogno di appartenere al
gruppo, sia più intimo come la famiglia o gli amici, sia più ampio,
abbracciando idee e “fedi” di vario genere.
CALVINO (1988, p. 12) ci ricorda infatti che: “Nell’universo
infinito della letteratura s’aprono sempre altre vie da esplorare,
nuovissime o antichissime, stili e forme che possono cambiare la nostra
immagine del mondo.”
La letteratura fa la sua parte, dandoci l’opportunità di condividere
letture e discutere di libri e in questo la scuola ha un ruolo molto
importante come ci ricorda Aidan CHAMBERS
12
nei suoi saggi
sull’argomento. Egli afferma: “se la lettura non avesse alcuna
ripercussione sulle nostre vite, non producesse in noi alcun cambiamento
o non orientasse il nostro comportamento, non sarebbe altro che
intrattenimento, e difficilmente meriterebbe tutto il clamore che facciamo
attorno ad essa. Ma se, invece, influenza le nostre vite emotivamente,
intellettualmente, eticamente e in tanti altri modi, come credo che sia, è
allora importante scegliere con grande cura le nostre letture.
(CHAMBERS, 2015, p. 61).
Da un punto di vista psicologico sappiamo che tutte le esperienze
si depositano in profondità nel bambino e concorrono a costruirne la
persona. Anche quando i ricordi non affiorano e ciò che è accaduto
nell’infanzia sembra ormai dimenticato, quello che abbiamo vissuto è lì,
dentro di noi, nel bene e nel male, pronto a farsi risorsa preziosa o
pesante fardello.
Che la letteratura per l’infanzia sia un elemento importantissimo
nel processo di crescita, come ci ricorda Aidan CHAMBERS, è cosa nota.
Per suo tramite possiamo riconoscerci, rispecchiarci negli altri in
modo empatico, provare emozioni e sentimenti in una gamma molto
ampia e cercare di affrontarli grazie alle occasioni avventurose nel senso
12
Narratore ed esperto di educazione alla lettura. Autore di romanzi irrinunciabili per ragazzi e
giovani adulti e di fondamentali saggi critici: “Siamo quello che leggiamo” dove mette in risalto il
potere ri-creativo della lingua e l’incontro magico e salvifico tra ragazzi e libri che può e deve
essere accuratamente predisposto; “Il piacere di leggere e come non ucciderlo” dove afferma che
la teoria si sposa con una buona pratica e ciò accade a patto che si sia instaurata una relazione
educativa efficace; “Il lettore infinito” in cui l’autore spiega in modo chiaro ed esaustivo come
educare alla lettura tra ragioni ed emozioni, rivolgendosi a insegnanti, bibliotecari e genitori nella
convinzione che la letteratura sia strumento irrinunciabile di libertà e di crescita.
86
Donella Giuliani
Opción, Año 38, Especial No.30 (2022): 77-111
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
più ampio del termine che la letteratura ci offre e che le esperienze della
vita quotidiana da sole non sempre possono fornirci.
Dalla prefazione ad uno dei saggi dello scrittore inglese, il grande
esperto di letteratura per l’infanzia Livio SOSSI ci ricorda che la funzione
della letteratura è una funzione allegorica, ludica, valoriale e salvifica.
13
In particolare poi nella preadolescenza si comincia ad avere “fame
di modelli” come dice Anbgelo NOBILE. Citando Manuela SALVI con
“il bisogno quasi aggressivo di modelli alternativi”, Nobile ci ricorda che i
ragazzi ne hanno la necessità rispetto alla standardizzazione e
all’omologazione che ci viene socialmente proposta col culto vincente del
look e dell’apparire, col mito esclusivo del denaro e del successo (Nobile,
2019, p. 74).
Anche DomenicoVOLPI (Nobile, 2019, p. 57) in questa raccolta
afferma che scrivere racconti non vuol dire “riempire pagine”
formalmente funzionanti, dove la storia però non esiste, o “non sta in
piedi”; una serie di fatti straordinari non è una fiaba, questo è un
suggerimento importante per chi scrive ma anche per chi sceglie “cosa
dare da mangiare ai bambini”, per dirla con Livio SOSSI.
Da ciò che si è detto appare chiaro il grande valore che la
letteratura ha assunto in relazione alla presente pandemia che ha unito
per certi versi, e diviso per altri, tutto il pianeta.
Il valore legato ai libri si gioca su due fronti: quello personale, più
intimo, libero e quello sociale, più visibile e ampio. In entrambi i casi il
ruolo della letteratura in questi due anni è stato “da prima donna”.
Abbiamo dovuto attingere alle nostre risorse più nascoste e
autentiche, e inventarci qualcosa, come novelli Robinson Crusoe,
abbiamo scoperto attitudini che non pensavamo di possedere, abbiamo
affrontato fragilità e paure e ci siamo costruiti attrezzature e utensili
nuovi, per procedere nel cammino.
13
Livio Sossi, professore universitario, è stato uno dei più grandi esperti di letteratura per
l’infanzia con particolare attenzione ai paesi dell’est europeo. Il suo grande rammarico era che la
conoscenza della letteratura, specie di quella delle case editrici indipendenti, scarseggiava presso i
giovani, i docenti e i bibliotecari. Egli perciò sosteneva con forza la necessità di un’adeguata
formazione rivolta a tutti coloro che si relazionano con i ragazzi come adulti-mediatori per
quanto riguarda il “leggere”.
L’arte della parola tra narrazione e lettura durante la pandemia
87
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
4. LETTERATURA PER L'INFANZIA E PANDEMIA: UN
CONNUBIO VINCENTE
Tutto ciò è valso e vale anche per i più giovani che hanno avuto la
fortuna di salire a bordo dei libri e viaggiare in solitaria o, più spesso, con
i propri compagni di classe, ascoltando la voce dell’insegnante che a tratti
arrivava attraverso i mezzi tecnologici a disposizione, a tratti si faceva
presenza viva, sempre con la stessa intenzione: raccontare avventure,
trasmettere emozioni e sentimenti a salvaguardia di tutti, per procedere
insieme.
Così, chiusi dentro le proprie case, e per analogo motivo, come le
giovani donne e i ragazzi del Decameron, in molti hanno ascoltato e
continuano ad ascoltare anche ora che sono tornati a scuola, Chichibio e
la gru, Calandrino e la pietra magica, Maestro Simone beffato da Bruno e
Buffalmacco.
Le fiabe, ovviamente, l’han fatta da padrone, perc anche noi
dovevamo guardare il lupo negli occhi, perché eravamo rinchiusi nella
torre più alta e lontana, o perduti nella foresta.
Non serve scomodare BETTELHEIM, citando le pagine de Il
mondo incantato (1976), per ricordare che gli archetipi contenuti in quelle
narrazioni aiutano i bambini ad affrontare le paure profonde, vengono in
soccorso nei momenti più difficili rassicurando loro e in fondo anche noi:
ce la puoi fare, il buio dentro e fuori di te non può vincere.
14
No, le fiabe,
quelle vere, non hanno tradito e non tradiscono i bambini, nemmeno
questa volta. La lettura, o più spesso rilettura, de Il diario di Anna Frank
(ANNA FRANK, 1947) ha fatto riflettere i ragazzi sulla pandemia.
Il tratto claustrofobico che accomuna le esperienze di chiusura
forzata, anche se con modalità e per motivi ben diversi, viene colto molto
bene, con tutte le differenze e analogie tra il libro e la nostra vita attuale.
Tristezza e paura sono corredi comuni alle due realtà, come il sentirsi soli
e confinati. La lettura e la scrittura diventano passatempi importanti e,
14
Con la narrazione il bambino può essere incoraggiato a prendere in prestito le speranze per la
soluzione di un problema. Essa svolge un ruolo fondamentale nell’apprendimento di risposte
adattive nei confronti di situazioni di disagio che richiedono la messa in campo di nuove
competenze. Bettelheim assegna valore agli ostacoli e alle peripezie, che rivestono una
fondamentale importanza nello sviluppo del pensiero e della vita emotiva. La fiaba permette di
risolvere i problemi psicologici legati al processo di crescita del bambino. La sua funzione è
quella di illustrare in forma simbolica i tipici conflitti interiori, come le delusioni, le rivalità, i
complessi edipici e mostrando come questi possono essere risolti.
88
Donella Giuliani
Opción, Año 38, Especial No.30 (2022): 77-111
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
secondo i ragazzi, aiutano ad evadere dalla realtà. Anna Frank, come noi,
aveva voglia di raccontarsi e di lasciare una traccia di sé.
Ci colpì molto questa affermazione, fatta da ragazzini di 11 anni,
che dimostra il bisogno, il desiderio, in un’epoca come la nostra, di
segnalare la propria esistenza, di non passare invano.
I bambini, i piccoli come i grandi, hanno manifestato la voglia, il
bisogno di ascoltare qualcuno che leggesse per loro, specialmente nei
periodi di chiusura totale delle scuole.
Molti genitori, insegnanti e operatori del settore, professionisti e
volontari, hanno risposto all’appello e così il web si è riempito di video
letture, sono stati confezionati video e audio che venivano inviati sui
gruppi whatsApp dei genitori delle varie classi e scuole per arrivare nelle
case dei bambini coinvolgendo intere famiglie. Sulle varie piattaforme, al
rientro nelle scuole, gli operatori continuano ad essere presenti con
letture di libri e spettacoli ad essi collegati.
Abbiamo attinto e continuiamo ad attingere alla letteratura come
occasione preziosa e irrinunciabile, ce lo chiedono i bambini e vale anche
per noi adulti.
5. LETTERATURA E NARRAZIONE PER RISPONDERE AL
COVID
A ulteriore conferma e sostegno della tesi sostenuta fino ad ora,
vogliamo portare come esempio concreto alcune esperienze fatte sul
territorio italiano durante la primavera 2020 quando tutto ebbe inizio e
anche in seguito, a scuole riaperte. Le attività letterarie alle quali ci
riferiamo hanno interessato tre regioni, in rappresentanza dello stivale: a
nord il Friuli Venezia Giulia, al centro/sud l’Abruzzo e a sud la
Campania. Gli ordini di scuola coinvolti sono la scuola dell’infanzia, la
primaria e la secondaria di primo grado.Siamo a marzo 2020, un’amica,
Marisa Bellorini, presidente di un’associazione culturale friulana che da
anni si occupa di sostenere e divulgare la letteratura per l’infanzia sia nelle
scuole attraverso laboratori e letture animate, sia con gli insegnanti
tramite percorsi di formazione, mi racconta che non sapendo come dare
un contributo seppur piccolo in un momento così difficile e “buio” ha
cominciato a inviare alcuni audio con letture di albi illustrati a bambini di
sei anni di una scuola campana dove insegna una sua amica.
I bambini chiedevano alla loro insegnante a gran voce “Vogliamo
ascoltare belle storie, maestra, ce le leggi?” Non disponendo di grandi
L’arte della parola tra narrazione e lettura durante la pandemia
89
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
apparati, di competenze sicure in campo tecnologico, gli audio
consistevano in semplici registrazioni su whatsApp che la lettrice dal
Friuli mandava alla maestra di Napoli, la quale provvedeva poi a inviarle
sui cellulari del gruppo dei genitori della classe. Albo dopo albo
l’entusiasmo per l’iniziativa cresceva e i bambini chiedevano: “Quando
arriva la prossima storia? Quella signora leggerà ancora qualche cosa?
Anche quando torneremo a scuola?” I commenti venivano “girati” dai
genitori, dalle mamme soprattutto, alla maestra, con preghiera di inviarli
anche “alla signora che legge le storie”. Erano le parole dei bambini, ma
anche quelle dei genitori, che chiusi in casa con i loro figli
sperimentavano questa sorta di particolare “focolare domestico” attorno
al quale stringersi nell’ascolto.
Tutti insieme allora, bambini e adulti, per condividere un
momento di piacere, di emozione e di concentrazione che prima della
pandemia non era così facile trovare. Spesso la lettrice coinvolgeva gli
ascoltatori chiedendo loro di cantare con lei, o di ripetere tutti insieme il
“tormentone” che uno dei protagonisti dell’albo pronunciava più volte.
Tanti i sentimenti, le emozioni provate dai piccoli ascoltatori di storie,
ricordiamo un episodio su tutti a simboleggiare ciò che accadde.
I tre piccoli gufi (WADDELL, 1992), albo illustrato, ormai
considerato un classico, scelto perc “Con quella storia non puoi
sbagliare, sai che arriva diretta al cuore, che li cattura e risuona anche
dopo tanto tempo” è stato appena letto, l’audio ha funzionato
menomale non è come leggerlo in presenza, ma ci proviamo, speriamo
bene. Una bambina, che a detta della mamma spesso si lamenta quando la
madre esce di casa, teme che capiti qualcosa e non torni, soprattutto ora
che considera il mondo esterno molto pericoloso, dopo l’ascolto le si
avvicina con lo sguardo luccicante e dice: “Adesso lo so che torni sempre,
come mamma gufa, puoi andare, mamma, tanto poi ritorni.
Che dire... lettrice e maestra commosse... Una bella esperienza,
distanti nello spazio, ma così vicine nelle emozioni!”
Altri albi risposero a bisogni legati a quel periodo, citiamo ad
esempio il celebre Guizzino (LIONNI, 1963) di Leo Lionni, dove il
pesciolino piccolo e nero riesce a reagire all’iniziale catastrofe che si
abbatte sulla sua famiglia e insegna che l’unione fa la forza, soltanto
insieme ci si salva. Visto il momento pandemico, un messaggio molto
opportuno.
90
Donella Giuliani
Opción, Año 38, Especial No.30 (2022): 77-111
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
Anche Fridolin (WELPONER, 2012) punta sul bisogno di stare in
gruppo, di cantare insieme e di essere liberi. Invitandoli a cantare come
l’uccellino protagonista della storia, la lettrice aveva scelto la canzone
“Volare” di Modugno che certo i bambini non conoscono, ma fu molto
efficace sia per il senso di apertura, libertà, gioia che dà, sia perché l’invito
a chiedere notizie sulla canzone ai nonni rappresentò una buona
occasione, anche a distanza, di parlare con loro e condividere una nuova
storia, così furono parecchi a raccontare ai nipoti della canzone e della
loro giovinezza.
Il fatto che le storie degli albi presentassero situazioni dove le
difficoltà si superano insieme, con gioia e speranza dopo un iniziale
momento difficile, aiutava i bambini a sentirsi capaci, direi competenti,
nell’affrontare il periodo che stavano attraversando, giova ricordarlo,
insieme a figure adulte alle prese con giorni di grande disagio. Si è trattato
certamente anche di intrattenimento, di divertimento, ma i tre piccoli gufi
che temono che la mamma non torni più, Guizzino che ha paura di
essere mangiato, Lupo che scopre di aspettare con ansia il ritorno di
Lupetto o Gaetano il gabbiano che vive spavaldo la sua prima avventura
esplorando il mondo, ma poi vola verso casa desideroso di amore e
tenerezza rassicurarono molto i bambini: anche questi personaggi hanno
paura di qualcosa, e vogliono le coccole, non solo io; se ce l’hanno fatta
loro, (con i quali mi immedesimo), ce la farò anch’io.
Le letture son continuate fino alla fine dell’anno scolastico, la
gratitudine si è fatta sentire da parte degli ascoltatori, Aspettiamo la
signora che venga qui da noi quando si potrà viaggiare di nuovo e
torneremo nelle classi, a scuola” e da parte della lettrice, “Leggere per i
bambini mi ha aiutata a sentirmi viva e in qualche modo “in pista”, le
storie sono state il mio collegamento col mondo”.
Le perplessità iniziali c’erano, soprattutto sembrava un azzardo
inviare audio senza video, in molti scommettevano che no, non avrebbe
funzionato, i bambini non avrebbero risposto.
Scoprimmo che, anzi, senza l’elemento visivo (quanto era già
sollecitata la vista in quei giorni!) l’attenzione, la concentrazione,
l'immaginazione ne guadagnavano.
Tutti seduti sul divano, sul letto, o per terra su un bel tappeto,
senza bisogno di spostarsi per vedere meglio, orecchie tese, respiro
leggero, la mente a costruire le immagini: una bella cavalcata nel mondo
delle storie, dei libri “che si configurano come equivalente dell’universo, al
pari degli antichi talismani”, come dice CALVINO in favore dei classici.
L’arte della parola tra narrazione e lettura durante la pandemia
91
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
Naturalmente la mia amica lesse anche nella sua regione per
bambini dai tre ai dieci anni e per ragazzi delle scuole “medie”. Le chiesi
di leggere anche per i bambini e i ragazzi della mia terra, l’Abruzzo, e così
più di duecento tra alunni di scuola primaria e secondaria di primo grado
ricevettero questa volta non solo letture di albi illustrati, ma anche di
romanzi a puntate e di racconti.
Iniziammo con storie che facevano ridere, che suscitavano allegria,
pensando che fosse l'antidoto migliore visti i tempi che stavamo
attraversando.
Furono inviati così gli audio de La magica medicina (1981) di Roald
Dahl, per partire in totale sicurezza: con Dahl non si può sbagliare,
qualità e divertimento sono assicurati! E infatti così fu: grande successo e
feedback molto positivi.
Questo libro non è molto conosciuto ma è un’originale, vera
macchina dell’umorismo: ironico, irriverente, travolgente, nello stile tipico
dello scrittore inglese.
Quando i ragazzi sollecitarono nuove letture organizzammo un
momento di riflessione tra lettore e insegnanti, online naturalmente, in
questa nuova modalità fino ad allora non praticata.
Qualcuno fece notare che ridere forse non costituiva l’unica
opzione, era importante, certo, ma non bastava. Sentivamo che c’erano
anche altri bisogni nei ragazzi, bisogni ai quali la letteratura era pronta a
rispondere.
Ricordammo il Calvino delle Lezioni americane (CALVINO, 1988):
“Nei momenti in cui il regno dell’umano mi sembra condannato alla
pesantezza penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio. Non
sto parlando di fughe nel sogno o nell’irrazionale. Voglio dire che devo
cambiare il mio approccio, devo guardare il mondo con un'altra ottica,
un'altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica. Le immagini di
leggerezza che io cerco non devono lasciarsi dissolvere come sogni dalla
realtà del presente e del futuro.
Era necessario fornire ai ragazzi armi adeguate (intendendo i libri,
alla maniera di Jack London
15
, come “preziosi utensili”) per affrontare
quel che stava accadendo.
15
Il vero nome era John Griffith Chaney London, è stato uno scrittore, giornalista e
drammaturgo statunitense, noto per romanzi come Il richiamo della foresta, Zanna bianca, Martin
Eden, Il vagabondo delle stelle.
92
Donella Giuliani
Opción, Año 38, Especial No.30 (2022): 77-111
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
Scegliemmo di leggere per la fascia 9/10 anni due romanzi della
grande Astrid Lindgren: Mio piccolo Mio (1954) e Rasmus e il vagabondo
(1957) e Il dito magico (1966) di Roald Dahl; per quelli di 7/8 anni alcune
brevi storie sempre della Lindgren e Il gufo che aveva paura del buio (1968) di
Jill Tomlinson. Ai più piccoli continuammo a dedicare la lettura di albi,
ma aggiungemmo storie della Lindgren, di Leo Lionni e Roberto Piumini.
Per i ragazzi delle secondarie di primo grado (le medie) pensammo a
Radio Pitier, Novecento, (GUERRINI, 2016) durissimi giorni per la Russia
raccontati dalla voce di Olga di Valentina Guerrini, un’autrice friulana,
Versi perversi (DAHL, 1982), La zia ha adottato un licantropo (Saki, 1983)
(otto racconti crudeli illustrati da Quentin Blake) e Il segreto del giardino
(1984) di Janni Howker.
Il successo dell’intera operazione fu grande, tutti aspettavano con
ansia la puntata o la storia successiva, oppure il nuovo albo, a seconda
della fascia d’età. Notammo che a poco a poco molte famiglie si
lasciavano coinvolgere in questa avventura letteraria condividendo
l’ascolto con i propri figli: considerammo ciò importante e prezioso per
tutti. Molti furono gli episodi che mostrarono una risposta attiva e
speciale da parte degli ascoltatori di storie, a conferma che tra lettori e
autori il dialogo c’è ed è parte essenziale del processo. E una pandemia
non riesce a fermarlo. Da sempre, infatti, la letteratura agisce a livello
emotivo e cognitivo, aiutando bambini e ragazzi a sviluppare una serie di
competenze trasversali che concorrono alla costruzione del sé. Siamo
proprio quello che leggiamo.
Le competenze emotive tanto nominate oggi, dare un nome alle
emozioni, sviluppare l’empatia, condividere idee e sentimenti,
riconoscersi negli altri senza per questo perdere la propria individualità
vengono rafforzate dal leggere e chiunque parli e faccia parlare di libri alla
maniera di Aidan CHAMBERS rende un servizio ai giovani lettori.
Condividiamo pienamente le parole dell’autore inglese: “Nella sua
essenza, parlare di letteratura è una forma di contemplazione condivisa.
Parlare di ciò che si legge è un modo per dar forma ai pensieri, alle
emozioni suscitate dal libro e ai significati che scopriamo insieme...
Parlare di libri in questo modo, nel massimo rispetto delle necessità
emotive dei bambini, o degli adulti, formulando le domande giuste per
aiutarli ad esprimersi, è uno dei modi migliori per educare al rispetto
reciproco, all’attivicooperativa e all’affettività: mentre parliamo dei libri
che abbiamo letto, i bambini si sentiranno liberi di esprimere situazioni di
conflitto, perplessità, aspettative e speranze che, altrimenti, non
L’arte della parola tra narrazione e lettura durante la pandemia
93
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
avrebbero avuto occasione di scoprire in se stessi. Parlare con gli altri,
essere ascoltati e presi in considerazione è un elemento fondamentale
nella crescita armoniosa della personalità e dell'autostima.
Naturalmente questi dialoghi con i bambini non furono possibili
durante i primi periodi della pandemia, quando la scuola era chiusa e
ancora non erano iniziate le lezioni in DAD, ma i ragazzi ne parlavano
spontaneamente a casa, anche perché grazie al mezzo usato, l’ascolto
avveniva “alla luce del sole”, per così dire, cioè tutti sentivano la lettura
che arrivava dal telefono cellulare di mamma o papà questo fu un
elemento di novità e di condivisione. Successivamente, alla ripresa delle
lezioni online e poi in presenza, fu interessante avviare le conversazioni in
stile Chambers recuperando una memoria “storica” di ciò che era
accaduto e mettendo in luce gli aspetti positivi dell'esperienza che tutti
avevano vissuto: bambini, insegnanti, familiari, lettore, erano stati insieme
nonostante la distanza fisica.
Perché, come ebbe occasione di dire in un suo contributo al
maggio dei libri del 2020 (che si svolse online) la lettrice friulana Marisa
BELLORINI che ci aveva accompagnati fin lì:
“Le storie, la letteratura, sono più forti della pandemia, dei virus,
arrivano dappertutto, basta farle salire sul tappeto volante di una voce che
legga e il gioco è fatto! Ma solo i libri che valgono l’ascolto vengono presi
a bordo, poi... via, verso grandi avventure! No, credetemi, i libri non ci
tradiscono, non siamo soli, anche se dobbiamo restare distanti dagli amici
e dagli insegnati, la letteratura rimane sempre in nostra compagnia.
Possiamo ascoltarla, come è successo in questi mesi e possiamo leggerla
per conto nostro semplicemente aprendo le pagine del libro che
scegliamo. Non c'è bisogno di premere nessun tasto, basta sfogliare, al
ritmo che vogliamo, quell'oggetto prezioso che è il nostro libro”.
Al ritorno a scuola recuperare quell’esperienza e condividerla
rappresentò un bagaglio emotivo e cognitivo formidabile. Un altro
fenomeno inatteso ed emozionante fu l’emulazione che spinse alcuni
bambini a proporsi a loro volta con audio letture da inviare ai compagni.
Ricordiamo in particolare una bambina che scelse di leggere Storia di una
balena bianca raccontata da lei stessa (SEPULVEDA, 2018) di Sepulveda.
Non era un'alunna abituata ad esporsi, ma l'ascolto di Mio la spinse, dopo
un po’, a chiedere all'insegnante di poter dare il suo contributo. Fu
un’emozione speciale sentire quella piccola voce ancora incerta portare la
sua “impresa” fino in fondo senza arrendersi, gli inciampi nel
pronunciare le parole più difficili non la scoraggiarono, leggeva
94
Donella Giuliani
Opción, Año 38, Especial No.30 (2022): 77-111
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
dimostrando di aver colto la “lezione”, offrì a tutti una lettura
emozionante, ci portò con lei nelle profondità del mare.
La conseguenza fu che la stessa bambina, ormai “lanciata” in
questa nuova veste di lettrice, partecipò alla “Notte bianca” (una
manifestazione che si svolge in alcune scuole abruzzesi e che consiste in
letture non stop dal tardo pomeriggio fino alla sera) leggendo un brano
in modalità online che emozionò tutti. Soffermiamoci ora brevemente su
alcuni dei libri letti per aggiungere qualche ulteriore elemento che
descriva il rapporto tra letteratura e pandemia.
Per i bambini di nove e dieci anni Mio piccolo Mio (LINDGREN,
1959) rappresentò un’esperienza speciale e molto intensa.
Astrid LINDGREN, purtroppo, è nota ai più solo per Pippi
Calzelunghe (1945), romanzo famosissimo e molto “gettonato”, è giusto
rendere omaggio a questo personaggio, ma altrettanto ingiusto privare i
bambini delle altre opere di quella che possiamo considerare senza
dubbio una delle più grandi scrittrici del '900. Con i suoi romanzi e
racconti brevi la Lindgren si rivolge ai bambini dal 6 ai 12 anni offrendo
sempre racconti speciali e profondi nei quali i ragazzi possono trovare
temi forti e autentici, riconoscersi e conoscere nuove parti di sé, avere
quindi un aiuto concreto per evolvere, per crescere. Si tratta di autentici
romanzi di formazione. La LINDGREN non teme di parlare della morte,
della crudeltà, della paura, del coraggio e del dolore, dell’amore profondo,
della fiducia, dell’amicizia, della lealtà e della vigliaccheria.
Ma torniamo ai nostri ragazzi. Nel romanzo di cui parliamo Mio si
scopre figlio di re, raggiunge il padre, grazie ad un sortilegio, nel Paese
Lontano, un luogo di pace meraviglioso dove conoscerà molte persone
buone e sincere, tra le quali Jum Jum, che diventerà amico fraterno. Con
lui, come predetto da più di mille anni, Mio dovrà scegliere se salvare il
mondo dall’oscurità crudele del perfido cavalier Kato che tutto mette a
morte, oppure rinunciare ad una sfida così terribile e dall’esito incerto, un
compito che sembra più grande di lui, un ragazzino di soli nove anni,
abbandonando tutti alla loro sorte.
Mio, dopo momenti di grande tensione, pronuncia quel che lo
porterà ad affrontare un'avventura pericolosissima e piena di angosciosa
attesa, di dubbi e paure, avventurandosi con Jum Jum nel mondo del
cavalier Kato, dove tenebre e terrore regnano su tutto e la morte è
protagonista. Mio salverà se stesso, gli amici più cari e il mondo intero,
combatterà come un cavaliere antico e si renderà conto, nel momento in
L’arte della parola tra narrazione e lettura durante la pandemia
95
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
cui ucciderà il cavalier Kato, che questi portava ormai come un peso
opprimente la malvagità assoluta della quale era padrone.
Pochi romanzi per ragazzi sono così potenti e danno tanta forza,
lasciando in chi li ha letti la sensazione di aver viaggiato dentro se stessi e
dentro la verità profonda delle cose, di aver vissuto un'avventura al
termine della quale non saremo mai più gli stessi.
E se è vero, e lo è, che “siamo quello che leggiamo” e che
cresciamo tra lettura e letteratura, come ci ricorda Aidan CHAMBERS, e
se concordiamo con Umberto Eco quando ci dice che ogni libro
attraversato è una vita nuova e ne vivremo tante quante i libri letti, siamo
fieri di aver fatto conoscere ai ragazzi questo romanzo. I feedback che
ricevemmo furono conferme precise di ciò che abbiamo detto, i ragazzi
vissero con Mio e condivisero con lui ogni momento durante i 13
appuntamenti (uno per ogni capitolo) che caratterizzarono l'intero
percorso, viaggiammo veramente tutti insieme e molti dissero che si
sentivano più forti, che anche senza essere supereroi si può vincere, che
gli amici sono importanti anche quando non puoi andare a trovarli e non
ci si può incontrare a scuola, si sa che ci sono, aver condiviso la stessa
storia fu ritenuto bello, era sempre un modo per stare insieme.
Il gufo che aveva paura del buio (TOMLINSON, 1968), fu molto
efficace perché è un esempio di famiglia che “funziona” e che aiuta la
prole a risolvere i problemi della vita. I genitori non assecondano il
gufetto nella sua paura, non sono iperprotettivi, lo ascoltano e poi lo
spingono a scendere dall'albero e ad esplorare il mondo, perc questa
sua paura nasce dal fatto che Tombolo (il piccolo gufo) non sa un bel
niente del buio. Così, all'inizio riluttante e poco convinto, poi man mano
sempre più curioso e speranzoso, il gufetto, dopo molti incontri diversi
ognuno dei quali fornisce un tassello utile per sgretolare le sue paure,
riesce finalmente ad affrontare la notte andando a caccia come un gufo
che si rispetti. Anche in questo caso riteniamo che il romanzo abbia dato
un messaggio di positività, di energia e di voglia di mettersi in gioco.
Un paio di commenti dei bambini:
“Eh in questo periodo non si può uscire dal nido come ha fatto
Tombolo, gli uccelli sì, possono anche adesso, ma noi no, però si può
uscire con la fantasia e poi nelle famiglie come quella dei gufi si sta bene
insieme.” E ancora “Quando hai paura di qualcosa se ne parli con
qualcuno stai meglio e puoi anche guarire dalla paura se ti impegni come
Tombolo.” Passando alle letture scelte per i ragazzi delle “medie”, Radio
96
Donella Giuliani
Opción, Año 38, Especial No.30 (2022): 77-111
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
Pitier (GUERRINI, 2016) rappresentò certamente una novità. Si tratta di
un agile libro di poche pagine e di molte immagini che racconta i
novecento durissimi giorni vissuti dalla popolazione di Leningrado
assediata dall’esercito tedesco durante il secondo conflitto mondiale.
Sullo sfondo della verità storica, tre bambini dei nostri tempi
giocano alla guerra e incontrano un vecchio soldato russo che farà loro
rivivere quei giorni terribili ma gloriosi. I tre amici conosceranno così
Olga Berggolts, l’eroina di quell’assedio, la quale attraverso la radio Pitier,
incoraggiò, spronò, infuse coraggio e diede conforto con la sua voce a
tutti gli abitanti di Leningrado, fino alla vittoria finale. I tre protagonisti
ripropongono la storia vera sceneggiandola e immedesimandosi nei loro
ruoli a tal punto da emozionarsi profondamente, camminando sul
confine sottile tra gioco e finzione. Molti ragazzi colsero e rimandarono
un’analogia, seppur con i molti e doverosi distinguo, tra l’assedio e la loro
chiusura forzata.
Ciò che di questo libro colpisce è il senso di vittoria e di fierezza
che caratterizza il finale della storia e il fatto che resistere si può anche in
situazioni nelle quali sembrerebbe impossibile.
Il fatto che fosse una storia vera fu molto apprezzato, alcuni
dissero: “Se ce l’hanno fatta loro, figuriamoci noi!” E altri: “Poi tutto deve
finire prima o dopo, mica dura in eterno!”
La maggioranza poi trovò che c’erano molte analogie tra le due
situazioni: assedio e pandemia, anche se noi, come disse un ragazzino di
12 anni, “siamo molto più fortunati, abbiamo di tutto a casa e mia
mamma dice che con la pandemia è ingrassata!”
Il segreto del giardino (HOWKER, 1984) è un esile libro, sono poco
più di settanta pagine con un’appendice finale che contiene l’intervista
all’autrice e all’illustratore.
Consigliammo la rilettura personale del romanzo dopo il ritorno a
scuola nel 2020. Rileggere come si sa è un’operazione importante,
Calvino ce lo insegna a proposito dei classici, ma vale per tutti i libri. In
questo caso il valore aggiunto fu ritornare con la mente a quei giorni e
gettare uno sguardo, questa volta tutti insieme, su un’esperienza vissuta in
solitudine, anche se accomunati dal fil rouge della lettura ascoltata.
Emersero molte emozioni, idee, ricordi legati al quando e al come
e con chi si erano ascoltati i vari capitoli. Uno degli elementi importanti
fu accorgersi, e quindi riflettere insieme sul fatto, che ogni ragazzo aveva
ascoltato la storia in un momento diverso rispetto ai suoi compagni,
L’arte della parola tra narrazione e lettura durante la pandemia
97
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
questo li sorprese molto inizialmente e fece esclamare a qualcuno:
Abbiamo fatto bene a parlarne adesso, non mi era venuto in mente,
perché io “mi vedevo” in classe, tutti insieme, mentre ascoltavo”.
Anche il contenuto del romanzo, breve ma intenso, fu oggetto di
discussioni e approfondimenti recuperando l’esperienza di quei giorni.
Un commento espresso da molti fu: Così sembra di non essere
stati a casa tanto tempo, perc quella storia era per tutti e adesso ne
parliamo qui insieme. La giovane protagonista della storia è Liz, che
mentre si trova in campeggio col papà e il fratello (la mamma è morta
quando lei era molto piccola) fa un incontro sorprendente e misterioso.
Sally Beck è una vecchia signora che abita in un grande giardino topiario e
che un tempo fu una fuggitiva, anzi, un fuggitivo, sì, la vecchia signora
fu... un ragazzo. Liz ascolterà la sua lunga storia, che le cambierà la vita.
Ogni esperienza, ogni incontro, se sono veramente importanti, un
po’ ti cambiano. Anche la pandemia allora? Riflettemmo su questo e
venne fuori che lo stesso accade con i libri. Se un libro letto ti fa sentire
un pochino diverso allora è un libro importante, se non succede nulla “è
solo carino” come dissero i ragazzi, “non vale granché, sì, insomma,
potevi anche fare a meno di leggerlo che tanto era uguale”.
Al rientro in classe le letture continuarono, anche se con frequenza
minore.
In alcune scuole dell’infanzia venne posizionato il telefono
cellulare con la lettura registrata al centro del cerchio dei bambini insieme
all'albo che sarebbe stato letto. Niente schermo, solo il libro come ospite
d'onore e una voce che legge. Anche in questo caso il fascino della
narrazione ebbe la meglio: orecchie spalancate e la mente intenta a
costruire le immagini del racconto garantirono il successo dell'operazione.
Molti docenti ripresero con entusiasmo le letture in presenza quasi a voler
ricomporre il gruppo attraverso la condivisione del libro. Ancora una
volta l’arte letteraria a favorire l'incontro, a dire con forza: noi ci siamo!”
Naturalmente proponemmo anche alcuni video in diretta di lettori
esperti, ma la sensazione che abbiamo è che “l’appeal” maggiore rimanga
alla sola voce narrante oltre che, naturalmente, alla lettura in presenza.
Ancora qualche parola per considerare la lettura in solitudine di
ogni ragazzino che parte dalla scelta del libro, dal suo “assaggio” e
continua con la conferma oppure con una sostituzione.
Da quel momento parte il viaggio verso una terra sconosciuta,
oppure si ripercorre un itinerario già noto. Come che sia, si tratta di
98
Donella Giuliani
Opción, Año 38, Especial No.30 (2022): 77-111
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
un’avventura mai vissuta da soli ma sempre condivisa con l’autore,
vivente o meno, noto oppure sconosciuto poco importa, quello che conta
è solo il libro e la relazione con ciò che narra e con lo scrittore. Che cosa
è accaduto durante il periodo pandemico (che tuttora ci condiziona così
tanto)? Che fine hanno fatto i giovani lettori? Che cosa hanno letto? Le
loro abitudini sono mutate? A queste domande non è facile rispondere in
modo esaustivo, possiamo però dire che molti docenti si sono fatti avanti
proponendo ai loro ragazzi sia letture libere, sia titoli scelti
dall’insegnante. Alcuni hanno poi dialogato con i ragazzi sui libri letti e
hanno tentato di scoprire insieme a loro la relazione, se c'era, tra libri e
pandemia.
Gli interventi che seguono sono flash, brevi estratti da
conversazioni avviate e curate da insegnanti della primaria e della
secondaria di primo grado. Si fa espressamente riferimento alla situazione
pandemica e si parla in modalità Reading circle
16
, seguendo le note
proposte di Chambers che troviamo nei suoi saggi dedicati all'argomento.
Li riportiamo come piccolo contributo che ci consente di gettare un
primo sguardo, seppur veloce e parziale, sui nostri ragazzi, su ciò che loro
stessi dichiarano, naturalmente in una situazione creata ad hoc con
obiettivi condivisi.
“Io, non so perché, quando affronto cose nuove che un po’ mi
spaventano, il giorno prima prendo qualche libretto di quando ero
piccolo e lo leggo. Poi mi sento più tranquillo, ma non so perché. Ho
riletto i libretti di Boscodirovo (1980) che mi leggeva mia mamma. si
sta bene e fila tutto liscio.
“Mia nonna mi ha regalato L'ultimo lupo (2015), di Mino MILANI,
bello, mi è piaciuto molto, anche percil protagonista si chiama come
me. Insegna che la vita è complicata, ma va bene così. Enzo salva l’ultimo
lupo, che è una lupa in realtà, invece poteva farla uccidere dai cacciatori
amici del padre, ma lui ha scelto così, ha fatto bene. Anch’io se mi capita
16
Si tratta di un circolo virtuoso causa-effetto riscontrabile nell'esperienza di lettura dei bambini e
anche degli adulti che è fondamentale attivare in età precoce. Il Reading Circle funziona secondo
questo schema:
LETTURA: predisposizione e cura del setting, offerta di tempo disponibile per leggere.
RISPOSTA DEL LETTORE: conversazioni sui libri letti, condivisione e scambi di idee, desideri di
leggere ancora.
SELEZIONE: disponibilità effettiva dei libri, loro accessibilità e presentazione degli stessi da parte di
persone appassionate e desiderose di farlo.
Secondo queste modalità è fondamentale dare vita a momenti di conversazione sui libri svincolati dalle
classiche domande: Perché ti è piaciuto questo libro? Di cosa parla? Meglio invece un più collaborativo:
Dimmi! E anche: Che tipo di storia ti aspettavi prima di leggerlo? Mentre leggevi ti è sembrato di vivere
la storia con l'immaginazione?
L’arte della parola tra narrazione e lettura durante la pandemia
99
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
voglio scegliere bene. Anche con la pandemia bisogna scegliere e devi
stare attento a fare le cose giuste e non è facile, perché è una malattia
nuova. Ma anche per Enzo incontrare la lupa era una cosa nuova, non
sapeva niente di queste cose prima.
“Ho riletto tutta la saga di Harry Potter. Magari trovare la pozione
giusta e... zac! Il virus se ne va! Eh ma inventeranno la medicina giusta.
Comunque leggere Harry Potter serve anche con la pandemia, perché ti
insegna che le cose cattive vincono tante volte ma alla fine no. Come il
signore oscuro, che sembra abbia il potere su tutto, distrugge un bel po’,
ma poi viene sconfitto.
“Certi libri ti fanno sentire forte! Fa bene leggerli, sono come una
medicina. Per me Piccole Donne (ALCOTT, 1868) e Zanna bianca
(LONDON, 1916) sono così, mi fanno quell’effetto.
“Io ho riletto un po’ di libri fantasy, mi hanno fatto compagnia.
“Sulle tracce del tesoro scomparso (1988) della Pitzorno si svolge in
Sardegna. Prima della pandemia coi miei ci andavamo d’estate, adesso ci
sono andata solo col traghetto libro!”
Anche L’incredibile caso del bambino alla finestra (1988) di Lisa
THOMPSON è tutto scritto su un mistero. Un bambino piccolo piccolo
scompare e risolve il caso uno della nostra età che vede tutto dalla finestra
della sua stanza perché vive tappato in casa, più di tutto nella sua camera,
ma non perché c'è la pandemia, lui ha dei problemi a uscire, si lava cento
volte le mani, è fissato con i microbi...Chissà con la pandemia cosa
avrebbe fatto!”
Al termine di questo breve excursus possiamo osservare la valenza
plurima della letteratura per i ragazzi anche rispetto alla situazione
pandemica. Da un lato essa rappresenta un “rifugio” dove riparare,
ognuno di noi ricorda quando, da bambino, ha cercato e trovato conforto
in una storia, magari sempre la stessa, come Bettelheim insegna; dall’altro
permette di attrezzarsi al meglio per superare le difficoltà, è ricerca avida,
curiosa, attraversamento, superamento di limiti e confini, conquista,
avventura allo stato puro.
6. UN QUESTIONARIO PER DARE CORPO AL DISCORSO
A cura della formatrice, maestra Marisa Bellorini
Per un’indagine un po’ più ampia e oggettiva si è pensato di
predisporre un semplice questionario per dare un contributo seppur
100
Donella Giuliani
Opción, Año 38, Especial No.30 (2022): 77-111
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
molto piccolo alla riflessione sul rapporto tra letteratura per l’infanzia e
pandemia e più in generale sulla relazione tra i ragazzi e i libri.
Il questionario, distribuito in Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e
Campania, le regioni coinvolte nel progetto di ascolto delle letture di cui
abbiamo ampiamente detto, ha visto la collaborazione di alcuni istituti
scolastici che hanno accettato di distribuire e far compilare il questionario
ai bambini del quinto anno della scuola primaria e ai ragazzi dell'intero
ciclo della secondaria di primo grado.
I documenti sono stati compilati in forma completamente
anonima, ogni scheda infatti reca solo l'ordine di scuola (primaria o
secondaria) e il nome della regione. Sono stati così raccolti e visionati 405
questionari per la scuola secondaria di primo grado e 235 per la scuola
primaria, per un totale di 640 schede.
Pur essendo consapevoli di aver raccolto un piccolissimo
campione che non può quindi assumere alcun valore statistico, tuttavia
riportiamo brevemente i risultati e alcune osservazioni emerse dalla
lettura delle risposte.
Le domande erano volte a raccogliere qualche elemento sulla
percezione dei ragazzi circa il loro rapporto con i libri e con la pandemia.
Per questo motivo alcune domande sono state poste in modo
volutamente generico per lasciare ai giovani lettori maggior libertà
interpretativa. Ad esempio alla domanda: “I libri che leggi sono...”, con le
tre le possibili conclusioni: “molti, abbastanza, pochi” non è stato
affiancato un termine di paragone oggettivo, come sarebbe stato ad
esempio l'indicare un numero minimo e massimo di libri letti in un anno,
sia per lasciare piena libertà di scelta, sia perché questo avrebbe creato, a
nostro avviso, qualche difficoltà nel rispondere.
Alla domanda iniziale - Da due anni nel mondo c’è una pandemia.
Che cosa vuol dire? - volutamente lasciata aperta, la maggior parte dei
ragazzi (64%) ha fornito una risposta di tipo oggettivo riferendosi alla
definizione della parola, il 32% si è invece soffermato sulle restrizioni
conseguenti alla situazione sanitaria sia in generale sia relative a se stesso,
mentre il 4% non ha risposto. Da molti questionari sono arrivati con
forza tutto il disagio, la frustrazione, il senso di solitudine e di impotenza
vissuti dai ragazzi, in molti casi lo spazio per la speranza sembra ridotto,
in altri invece si dice che che le restrizioni servono per vincere il virus.
Siamo poi passati alle domande senza alcun riferimento alla
pandemia.
L’arte della parola tra narrazione e lettura durante la pandemia
101
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
La prima era quella già citata: I libri che leggi sono... seguita dalle
tre risposte possibili:
molti abbastanza pochi.
La seconda chiedeva ad ogni ragazzo di interrogarsi sui motivi che
lo portano all'incontro con i libri:
Perché leggi?
Quattro le possibili risposte, con facoltà di indicarne più di una:
Perché mi piace
Perché sono abituato
Perché genitori o insegnanti me lo dicono
Per curiosità.
Il 47% afferma di leggere abbastanza, il 40% poco e il 13% molto.
Tra chi legge poco e chi legge molto il divario è forte, “vincono”
comunque coloro che affermano di leggere abbastanza e se sommiamo i
“molti” e gli “abbastanza” arriviamo al 60% che ci sembra un buon
risultato. Abbiamo deciso di percorrere due piste per confrontare i dati e
per fare qualche riflessione in più: da un lato i risultati percentuali ottenuti
sono stati divisi nei due ordini di scuola per capire se ci sono differenze o
somiglianze significative e dall'altro abbiamo letto i dati suddividendoli
nei tre gruppi che dichiarano di leggere rispettivamente tanto, abbastanza,
poco.
È interessante notare che i più piccoli, i bambini del V anno della
scuola primaria, alzano la percentuale dei “forti” lettori (15% contro il
12% dei compagni più grandi) e anche di quelli che dichiarano di leggere
abbastanza (49.50% contro 45%), abbassano invece la percentuale di
quelli che leggono poco, alla primaria sono infatti il 35.50% mentre alla
scuola secondaria sono il 43%.
Questi dati inducono a sperare che la letteratura resista, d'altro
canto si potrebbe obiettare che crescendo l'attitudine alla lettura cala.
Particolarmente interessanti ci sono sembrati i risultati relativi alle
motivazioni che portano i ragazzi a prendere in mano un libro.
Con 282 “voti” in testa c'è il piacere (da sempre il motore che
muove scelte e attivinon solo infantili), seguito a poca distanza dalla
curiosità che raccoglie 260 preferenze e dimostra, come era prevedibile, di
102
Donella Giuliani
Opción, Año 38, Especial No.30 (2022): 77-111
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
attirare i ragazzi. A grande distanza, con 124 preferenze, troviamo
l'intervento di genitori e insegnanti, che rende sempre attuale e di
grandissima importanza l'esigenza di formare degli ottimi adulti
mediatori secondo le indicazioni di Aidan Chambers e di Livio Sossi.
Solo 33 ragazzi collegano il leggere con l'abitudine e a questo
proposito incuriosisce il fatto che alle scuole primarie il dato percentuale
sia più alto (6%) rispetto alle secondarie (3%). Vero è anche che i bambini
delle classi V hanno avuto cinque anni e anche più per acquisire abitudini
virtuose sia alle scuole dell'infanzia che alla primaria e nelle biblioteche,
perché gli adulti mediatori si impegnano molto in questo senso, salvo poi
lasciare a se stessi i ragazzi quando “ormai sono grandi”.
Molto evidente risulta il divario relativo al “mi piace” che
raggiunge più dell'80% tra i forti lettori e solo il 17% tra coloro che
dichiarano di leggere poco, mentre al contrario che legge molto indica
solo per il 4% di farlo su richiesta degli adulti, mentre il 40% di chi legge
poco lo fa spinto dagli insegnanti o dai genitori.
Appare perciò molto importante, lo ribadiamo ancora una volta, il
fatto che gli adulti di riferimento, soprattutto gli insegnanti, rispondano
pienamente e con convinzione a questo compito e sentano la grande
responsabilità che ne deriva, anche perché spesso gli unici libri letti da chi
non ama farlo saranno stati frutto delle richieste e delle sollecitazioni che
provengono dalla scuola o dalla famiglia. La curiosità infine sembra
spingere sostanzialmente in egual misura i tre gruppi di lettori, ma
essendo come abbiamo visto la seconda motivazione fornita e riferendosi
a numeri importanti è bene utilizzarla come alleata preziosa, soprattutto
con i ragazzi che non leggono molto, i quali possono trovare nella
curiosità la molla giusta per avvicinarsi ai libri. Torniamo ora al rapporto
tra libri e pandemia chiedendo ai ragazzi se da quando c'è questa
situazione leggono di più, come prima, o di meno.
Risultano in netta maggioranza coloro che leggono di più (41%) e
quelli che non hanno modificato il loro stato di lettore (40%) mentre solo
il 19% dei ragazzi legge di meno. Se andiamo a vedere i dati divisi per
ordine di scuola, scopriamo che nella primaria la media relativa a chi legge
di più si alza al 50% mentre alla secondaria si ferma al 36%, segno che
molti tra i più piccoli hanno reagito alla pandemia rivolgendosi ai libri,
forse anche su proposta esplicita di genitori e insegnanti, i quali
potrebbero aver proposto ai bambini di quest'età la lettura come
passatempo o come compito.
L’arte della parola tra narrazione e lettura durante la pandemia
103
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
Chi legge molto o abbastanza ha aumentato o ha mantenuto
costante il numero di libri letto, mentre tra coloro che leggono poco una
percentuale molto rilevante (il 63%) dice di leggere ancora meno in
questo periodo. L'utilità dei libri durante la pandemia è stata riconosciuta
dalla maggioranza dei ragazzi (78%).
I commenti si sono suddivisi tra coloro che hanno risposto
pensando alla propria condizione e quelli che invece hanno riconosciuto
il valore dei libri in generale relativamente alla pandemia, in qualche caso
dicendo “Anche se a me non sono serviti molto, per tante persone invece
sono stati utili”.
Rispetto alla scelta di leggere i motivi indicati sono vari: Si legge
come antidoto alla noia, per passare il maggior tempo libero a
disposizione facendo qualcosa dentro casa, alla ricerca di un conforto, di
un rifugio, per avere la possibilità di “uscire” lo stesso, di viaggiare
addirittura in luoghi lontanissimi e fantastici, per tenere allenato il
cervello, per imparare cose nuove anche senza andare a scuola, per
svagarsi, come dice un ragazzo, “negli infiniti giorni di lockdown”, per
rilassarsi, per scoprire nuove curiosità della vita, per non stare soltanto col
telefono o con il computer, per aiutarci in qualche modo a sentirci in
compagnia anche se eravamo soli, per non pensare a quello che stava
succedendo fuori, infatti, dice qualcuno, “vivendo la vita dei personaggi ci
si è dimenticati per qualche ora l'esistenza del virus”.
Un lettore afferma: “Per me questo maggiore interesse per la
lettura è nato dal fatto che durante il periodo del lockdown abbiamo
come riscoperto un mondo prima dimenticato” e una giovane lettrice
aggiunge: “Perché i libri ci hanno dato una finestra su cui affacciarci nella
quarantena”.
La domanda relativa ad un possibile collegamento tra qualche
specifico libro e la pandemia, ovviamente, non ha trovato invece molte
risposte, solo il 24% dei ragazzi infatti indica qualche titolo.
I più nominati sono I promessi sposi del Manzoni, in riferimento
alla peste del 600 che viene descritta con molta cura nel romanzo, il
Decameron, per l'analogia forte con la nostra situazione pandemica e Il
diario di Anna Frank per la chiusura forzata nel nascondiglio che ben
sappiamo, pur con tutti i doverosi distinguo del caso. Si capisce dalle
risposte che in alcune classi gli insegnanti hanno affrontato l'argomento
della pandemia anche parlando di questi libri.
104
Donella Giuliani
Opción, Año 38, Especial No.30 (2022): 77-111
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
A proposito del romanzo manzoniano ci hanno colpito
particolarmente i commenti di alcuni ragazzi che hanno giudicato molto
favorevolmente il romanzo manzoniano, trovandolo intrigante e capace
di incuriosirli perché ricco di colpi di scena, sorprese e con un lieto fine.
La differenza tra scuola secondaria e primaria non è molta, si
discosta infatti solo del 2% a favore dei ragazzi più grandi nell'indicare
qualche titolo inerente alla pandemia. La domanda, anch'essa posta
volutamente in modo generico - C'è qualche libro che poi collegare alla
pandemia? - ha portato a risposte di due generi: quelle che ricordano i
libri letti durante la pandemia e perciò ad essa li collegano e quelle che
invece indicano romanzi che per il loro contenuto si possono collegare al
periodo preso in esame.
Una ragazza, ad esempio, collega alla pandemia L'albero dei
desideri per le emozioni che ha vissuto, come la tristezza, uguali a quelle
del protagonista.
Un'altra dice che Cioccolata per due ha rispecchiato i suoi
sentimenti in quel brutto periodo, così come Basta un caffè per essere
felici, un romanzo giapponese che narra di una caffetteria dove si può
tornare indietro nel tempo, cosa che la lettrice del libro avrebbe voluto
tanto poter fare.
C'è anche chi è sicuro che sulla pandemia siano stati scritti dei libri,
anche se non li conosce e ipotizza che nel futuro si leggeranno per capire
com'era la vita che noi stiamo vivendo.
Molti ragazzi citano L'isola del tesoro, letto insieme alla classe,
come un bel ricordo della “didattica a distanza”.
Nina e la capanna del cuore viene collegato alla pandemia da una
ragazza che afferma di averlo letto proprio in quel periodo, la storia l'ha
colpita molto e le è rimasta impressa. Il libro le è piaciuto perché l'ha
aiutata ad aprirsi un po' di più con le persone. Non è l'unica ad
apprezzare i libri che aiutano a crescere incidendo sul carattere, sulle
abitudini, sui sentimenti. I ragazzi dimostrano di apprezzare il libro come
intrattenimento, sì, ma non solo: dai romanzi si aspettano anche altro.
Moby Dick ha aiutato una ragazza a non sentirsi sola “anche se
con le nuove tecnologie potevi chiamare i tuoi amici”.
Alla pandemia invece, secondo un'altra lettrice, si collega, per
l'argomento trattato, A un metro da te. “Questo libro parla di due ragazzi
che soffrono di fibrosi cistica e si innamorano, anche se non possono
toccarsi e vivono la loro relazione fra mascherine, farmaci stando a un
L’arte della parola tra narrazione e lettura durante la pandemia
105
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
metro di distanza l'uno dall'altra”. Infine ecco un tenero collegamento tra
libro e pandemia: Durante la pandemia io ho letto Ventimila leghe sotto
i mari e quando lo rileggo penso sempre a quelle giornate chiusi in casa
davanti al camino, al calduccio”.
Alla richiesta di parlare di un libro letto in questi due anni segnati
dall'epidemia mondiale dovuta al Covid 19 e di spiegare perché è piaciuto,
il 77% dei ragazzi aderisce, il 23% invece dichiara di non averne letti o di
non ricordare. In questo caso è particolarmente importante scorporare i
dati, perché le secondarie danno una risposta positiva al 69% e negativa al
31% discostandosi dai dati generali per l'8% in entrambe le risposte,
mentre le scuole primarie rispondono di sì al 90% e di no al 10% con un
divario del 13% rispetto alla media generale.
Le sollecitazioni che arrivano dalle risposte dei ragazzi sono tante,
non possiamo in questa sede analizzarle soffermandoci sui molti aspetti
interessanti emersi, ci limiteremo perciò ad alcune osservazioni che
proponiamo come spunti di riflessione agli adulti-mediatori di cui si è
detto.
Notiamo la tenuta dei classici, Verne soprattutto è citato molte
volte con buona parte della sua produzione, anche Piccole donne della
Alcott riscuote ancora molto successo, ma appaiono anche Salgari, Il
mago di Oz, Pinocchio, Zanna bianca, Peter Pan, Robin Hood, L'isola del
tesoro, Torna a casa Lassie, Capitani coraggiosi e altri ancora. A proposito
di quest'ultimo ecco la “recensione” di un lettore: Capitani coraggiosi mi
è piaciuto perché questo ragazzo di nome Harvey Cheyne, molto
arrogante e presuntuoso, quando incontra la barca di Disko Troop
cambia totalmente guadagnandosi il rispetto con la fatica”.
Piccole donne suscita importanti sentimenti, una giovane lettrice
afferma “Mi è piaciuto percmi rappresenta” e un'altra: “Piccole donne
mi è piaciuto perché è stato educativo e anche perché la trama ti
travolgeva per continuare a leggere”.
Leggendo i commenti notiamo che molti ragazzi si aspettano dai
romanzi che trattino problemi e temi attuali (come ad esempio la mafia, la
situazione in Afganistan, i diritti dei giovani, l'ambiente...) e sentimenti e
argomenti da sempre fondamentali come l'amicizia, l'amore, la famiglia, la
fiducia in se stessi, il coraggio, il rispetto, la solidarietà, l'impegno
personale e molti altri. I giovani lettori dimostrano di voler trovare nei
libri spunti di riflessione, insegnamenti di vita, scelte di campo valoriali.
106
Donella Giuliani
Opción, Año 38, Especial No.30 (2022): 77-111
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
Quanto osservato ci induce a concordare con il pensiero di
Angelo Nobile espresso anche nel suo saggio Questioni di letteratura
giovanile (2019, pag. 65) citato in precedenza, in particolare nel suo
intervento: “Scrivere per bambini e ragazzi”, alla lettura del quale
rimandiamo per un eventuale approfondimento.
Il piccolo principe è un altro romanzo sempre apprezzato che
viene percepito come un libro importante adatto ai bambini ma anche
agli adulti, che almeno una volta nella vita devono aver letto, e che
impedisce di dimenticare l'infanzia.
Anna dai capelli rossi è stata molto utile perché, come dice una
lettrice “in un periodo così buio mi ha portato sensazioni di leggerezza e
spensieratezza”. Una ragazza afferma di aver avuto il tempo di leggere
l'intera saga, composta da sette libri, in un mese.
Concludiamo la parte dedicata ai grandi classici con Jules Verne
che, come abbiamo, detto risulta ancora molto “gettonato” e con una
riflessione originale su una favola antica: La cicala e la formica. Il giro del
mondo in ottanta giorni è stato scelto da un ragazzo perché adora
viaggiare e il libro gli ha fatto ricordare quando questo era ancora
possibile.
Viaggio al centro della terra è piaciuto per le descrizioni molto
dettagliate, perché è spettacolare arrivare al centro della terra attraverso
un vulcano. L'avventura continua ad essere uno dei motivi fondamentali
per i quali un ragazzo sceglie un libro, è un dato che ricorre in moltissimi
commenti e determina il famoso “mi piace perché...
Circa le descrizioni molti sono gli apprezzamenti da parte dei
giovani lettori che sembrerebbero sfatare il luogo comune secondo il
quale esse annoiano e ci sembra che questo rappresenti uno spunto di
riflessione da approfondire.
A proposito della nota favola di Esopo ecco quanto scrive un
ragazzo della scuola secondaria:
“Io ho letto la cicala e la formica. Mi è piaciuta perché questa
formica raccoglie provviste per l'inverno, come noi che raccoglievamo
per la famiglia nella pandemia”.
Riscuote sempre molto successo la saga di Harry Potter alla quale i
ragazzi della primaria e della secondaria si avvicinano anche grazie ai film,
ma poi dicono di godersi la lettura dei libri. Sirius Black viene da
L’arte della parola tra narrazione e lettura durante la pandemia
107
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
qualcuno accostato alla pandemia per il fatto di essere rinchiuso ad
Azkaban.
La Rowling è presente anche con altri suoi libri come ad esempio
Il maialino di Natale. Un ragazzo lo riassume a piena pagina con cura, ma
alla fine, non persuaso di aver reso un buon servizio al libro, conclude
così: “Questo libro mi piace perché è magico e molto divertente, ci sono
molte scene di suspance; ora io non l'ho spiegato bene però se ve lo
andate a leggere saprete bene la storia e vi impressionerete. Spero che vi
piaccia!”
Naturalmente non potevano mancare La serie di Geronimo Stilton
e Diario di una schiappa, che attira perché è divertente e per il fatto che
alcuni lettori si rispecchiano nel protagonista.
Mancano autori come Astrid Lindgren, Bianca Pitzorno, Roberto
Piumini, Mino Milani, considerarti da molti i nuovi classici, Rohald Dahl
è presente in misura minore rispetto alle aspettative. Tra gli scrittori
italiani notiamo molte assenze, ne citiamo solo alcune: Guido Quarzo,
Guido Sgardoli, Emanuela Da Ros, Silvana Gandolfi, Silvana De Mari,
Donatella Ziliotto, Luca Novelli con gli altri autori dell'Editoriale Scienza.
Per quanto riguarda gli scrittori stranieri non abbiamo trovato ad esempio
Christine Nöstlinger, Jostein Gaardler, Goscinny e Sem de Le petit
Nicolas, Lois Lowry.
Questo conferma a nostro avviso l'importanza delle competenze
degli insegnanti in campo letterario e ci spinge a continuare a portare
nelle scuole gli autori, allargando lo sguardo il più possibile.
I gialli mantengono il loro pubblico d i appassionati, con qualche
assaggio horror, perché, come dice un lettore, “ti cali nel personaggio e ti
fa venire i brividi”; un altro parla de Il mistero London Eye, “un giallo
capace di farti venire anche un po' di suspance e che è riuscito ad
appassionarmi, leggendo pagina dopo pagina”. Molti anche i libri di
fantascienza, anche se questo termine viene spesso usato in modo
improprio, e naturalmente il genere fantasy con saghe e singoli romanzi.
Grande successo anche dei fumetti, da Walt Disney ai Manga.
Appaiono anche se in singoli casi, anche Dylan Dog e Tex. Per un
giovane lettore la pandemia è stata l'occasione per rileggere Tom e Jerry e
ricordare con tenerezza l'epoca felice di quando era piccolo.
Qualcuno ha letto biografie di artisti, scienziati e sportivi, come ad
esempio Einstein, Maradona e il campione di basket Kobe Bryant. Una
108
Donella Giuliani
Opción, Año 38, Especial No.30 (2022): 77-111
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
ragazza dice “Durante la pandemia ho letto un libro intitolato “Le più
grandi donne” e mi è piaciuto perché parla di donne che hanno fatto cose
incredibili e hanno mostrato il loro valore e io voglio diventare come
loro”. Ribadiamo nuovamente l'importanza di offrire modelli credibili e
positivi, i ragazzi li cercano e la letteratura è sempre stata e rimane in
questo senso un veicolo fondamentale e alla portata di tutti.
Alcuni hanno collegato le loro letture durante la pandemia alla
professione che intendono svolgere da grandi, alla quale hanno avuto
tutto il tempo di pensare, si riferiscono perciò a manuali o a piccoli saggi.
Ci sarebbero ancora molte sollecitazioni, ma ci limitiamo a
ricordare alcuni motivi per i quali un libro piace: la possibilità di
empatizzare con i personaggi del racconto, il fatto che in quel libro ci
siano avventura, azione, colpi di scena, aspetti intriganti e sconvolgenti, il
poter ridere e divertirsi, riuscire a stupirsi, a commuoversi, avere la
possibilità di assaggiare il bene e il male e il fatto che il libro riesca a
rapire.
Un altro spunto importante è quello relativo al rapporto tra il libro
e la sua trasposizione cinematografica emerso da molti questionari,
potremmo dire che l'uno rinforza l'altro in un gioco di rimandi virtuoso.
Concludiamo con tre contributi dei ragazzi, il primo di un forte
lettore, il quale dichiara di esserlo diventato nel periodo di forzata
chiusura, il secondo di chi dice di leggere abbastanza e l'ultimo di un
ragazzo che afferma di leggere poco.
Primo contributo: “Durante la pandemia i libri sono stati per me
una salvezza, dove passavo ore spensierate e grazie a loro le giornate
duravano di meno. La pandemia è stata per me il momento di ritrovo per
la lettura poiché prima non leggevo quasi nulla ma ora è diventata una
vera e propria passione. Ho letto all'incirca sei o sette libri nell'ultimo
periodo e quello che mi è piaciuto di più è stato Il fabbricante di lacrime.
Mi è piaciuto tantissimo poicmi ha spiegato il significato della parola
amore, amicizia, famiglia”.
Secondo contributo: “Durante la pandemia ho letto Il signore degli
anelli e mi è particolarmente piaciuto. È un romanzo molto interessante,
pieno di monologhi e di avventura e sono presenti molte creature
fantastiche come draghi, gnomi eccetera. Non so se esistono altri libri
come questi, ma spero di trovarne”.
Terzo contributo: “Molti libri che ho letto durante la pandemia
hanno cambiato il mio modo di pensare e vedere le cose. Il libro Il fu
L’arte della parola tra narrazione e lettura durante la pandemia
109
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
Mattia Pascal l'ho comprato durante la pandemia ed è diventato uno dei
miei preferiti. Mi è piaciuto molto visto che parla delle diverse maschere
che indossiamo a seconda delle persone o problemi che la vita ci pone
davanti”.
Che dire? I ragazzi ci sono, ci sono tutti, anche quelli che
dichiarano di non leggere nulla. I ragazzi ci parlano, con le loro voci
sommesse o squillanti, con i loro silenzi mai vuoti. A noi, che abbiamo la
fortuna di stare al cospetto della loro polifonica presenza, il privilegio
dell'ascolto e soprattutto l’onore della risposta.
7. CONCLUSIONI
È possibile fare della lettura un’esperienza motivante e
coinvolgente? E a chi spetta questo compito?
Con questo breve lavoro abbiamo cercato di dare una risposta a
queste domande sempre più presenti nella vita di chi opera nella scuola.
Come riuscire a fare in modo che la lettura a scuola non resti solo
acquisizione di contenuti, comprensione di un testo ma diventi anche
puro piacere di leggere?
È sempre più evidente la necessità di trasformare la lettura in un
percorso non obbligato e da mero compito da seguire mutarla in incanto,
stupore, memoria.
Mai come in questo periodo di pandemia si è riscoperto il valore
della lettura silenziosa come contatto con se stessi e con le cose che
avevamo date per scontate e mai come oggi siamo riusciti a riscoprire il
piacere dell’ascolto come valore universale.
8. REFERENZE
ALCOTT, Louisa May. 2011, 1st ed. 1868. Piccole donne (trad. it.
titolo originale: Little Women) Einaudi. Torino (Italia).
ALTIERI BIAGI, Maria Luisa. 2019, 1st ed. 2012. Parola. Rosenberg &
Sellier, collana gemme. Torino (Italia).
BARKLEM, Jill. 1980. Storia d’inverno; storia di primavera; storia
d’estate; storia d’autunno. Ed E. Elle. Trieste (Italia).
BETTELHEIM, Bruno. 1976. The uses of enchantment. The
meaning and importance of fairy tales. Alfred A. Knopf.
110
Donella Giuliani
Opción, Año 38, Especial No.30 (2022): 77-111
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
New York (Estados Unidos de America) (trad. it. Il mondo
incantato. 2018. Feltrinelli. Milano- Italia).
BIEGEL, Paul. 2014; 1st ed. 1970. Il piccolo capitano. La Nuova
Frontiera junior. Roma (Italia).
BOERO, Marianna; GIAGNACOVO, Donatella; GIULIANI,
Donella. 2021. Pin’occhio. Sguardi plurali, didattiche
laboratoriali. Il Sileno Editore. Lago (Italia).
BOERO, Pino e DE LUCA, Carmine. 2009. La letteratura per
l’infanzia. Laterza. RomaBari (Italia).
CALVINO, Italo. 2015. Fiabe italiane. Raccolte dalla tradizione
popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua
dai vari dialetti. Mondadori. Milano (Italia).
CALVINO, Italo. 2011. Sulla fiaba. Mondadori. Milano (Italia).
CALVINO, Italo. 2016. Lezioni americane. Mondadori: Milano (Italia).
CALVINO, Italo. 2021. Perché leggere i classici. Gedi, su licenza
Mondadori. Roma (Italia).
CHAMBERS, Aidan. 2011 a. Il piacere di leggere e come non
ucciderlo. Sonda. Casale Monferrato - Alessandria (Italia).
CHAMBERS, Aidan. 2011 b. Siamo quello che leggiamo. EquiLibri.
Modena (Italia).
CHAMBERS, Aidan. 2015. Il lettore infinito. EquiLibri. Modena
(Italia).
CHENG, François. 2007; 1st ed. 2006. Cinque meditazioni sulla
bellezza. Bollati Boringhieri. Torino (Italia).
CAMBI, Franco e ROSSI, Gaetana. 2006. Paesaggi della fiaba.
Luoghi, scenari, percorsi. Armando. Roma (Italia).
CRISTOFARO, Giuseppe. 2016. Perché narrare le fiabe. Anicia. Roma
(Italia).
DAHL, Roald. 2016; 1st ed. 1966. Il dito magico (trad. it.). Salani editore.
Milano (Italia).
L’arte della parola tra narrazione e lettura durante la pandemia
111
Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
DATI BIOGRAFICI DELL’AUTORE
Donella Giuliani. È laureata in Pedagogia e Scienze dell’educazione, è
specializzata per l’insegnamento agli alunni con disabilità. È docente di
lettere nella scuola secondaria di primo grado. Insegna Laboratorio di
letteratura per l’infanzia nel corso di Scienze della Formazione Primaria
dell’Universidi L’Aquila. Scrittrice di albi illustrati tra cui Motivi di
lavoro (Biella 2014) Qui nel mio piccolo mondo (Milano 2016), Diversi
ma uguali (Udine 2018), Quel giorno che aspetto (Vicenza 2021). È
autrice di una monografia scientifica: A piccoli passi nell’albo illustrato
(L’Aquila 2017) e Pin’occhio. Sguardi plurali e didattiche laboratoriali e
di diversi saggi scientifici (Grosseto 2021).
UNIVERSIDAD
DEL ZULIA
Revista de Ciencias Humanas y Sociales
Año 38, Especial N° 30 (2022)
Esta revista fue editada en formato digital por el personal de la Oficina de
Publicaciones Científicas de la Facultad Experimental de Ciencias, Universidad del
Zulia. Maracaibo - Venezuela
www.luz.edu.ve
www.serbi.luz.edu.ve
produccioncientifica.luz.edu.ve